martedì 3 novembre 2009
Segnaliamo: Dario Molinaro - In my studio - solo show @ Magazzini Pescatore ArteContemporanea
Dario Molinaro
In my studio
Mostra personale a cura di Mimmo Parente e Gerardo Di Feo
Dal 7 Novembre al 5 Dicembre 2009
Magazzini Pescatore artecontemporanea
Via San Pasquale, 36
82100 Benevento
Tel. 082421864
www.magazzinipescatore.it
info@magazzinipescatore.it
Aperto tutti i giorni tranne la Domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20
Vernissage: Sabato 7 Novembre 2009 ore 18,00
IN MY STUDIO
di Gerardo Di Feo
La mostra personale “In my studio” propone una selezione di opere dell’artista Dario Molinaro, artista pugliese, che si esprime principalmente attraverso lavori su carta e su tela e per la prima volta nella sua carriera attraverso l’installazione site specific. La mostra nasce da una ricerca “archivistica” dell’artista che ripercorre la propria infanzia e adolescenza attraverso l’interpretazione e rielaborazione grafica di vecchie fotografie che gelosamente erano conservate in cassetti e scaffali della casa paterna. Le foto non sono posate, sono le classiche foto che tutti noi rovistando nelle nostre abitazioni ritroviamo in vecchi album e bauletti, foto scattate durante feste di compleanno, feste di carnevale, serate in famiglia, scatti gioiosi con gli amici più cari. Un recupero del passato che non si limita ad un tributo iconografico dedicato ai momenti topici del proprio vissuto, ma si arricchisce di una trama interpretativa dal gusto consapevolmente graffiante attraverso la trasposizione nelle opere di stralci tratti da brani musicali che hanno fatto epoca e rappresentano tutt’ora una reliquia sonora ed emozionale per Molinaro. Nel processo creativo dell’artista l’elaborazione grafica riveste un ruolo cognitivo talmente trasversale da riuscire ad abbracciare diverse branche sensoriali. Adattare un testo musicale ad un disegno è un procedimento percettivo che necessita di un rigore compositivo alto che Molinaro dimostra di mantenere costante nella produzione di questa serie di opere. Il “modus operandi” dell’artista d’altronde risulta accompagnata da una vena di sregolatezza che si manifesta come un “allure apotropaica” indelebile. Guardando il corpus di opere presenti in mostra ci si può imbattere in una maestra d’asilo che cerca di portare l’ordine in una classe di bimbi esagitati citando versi rock. L’espediente è decisamente arguto ma ancor più brillante è il tratto dell’artista che sceglie di usare la grafite per la maggiorparte delle opere appartenenti a questa serie. La scelta della sola grafite dona ai lavori un’aria vissuta, datata, il tutto accompagnato dall’effetto “polverize” della mina, che cerca di colmare il gap temporale che intercorre tra la nascita delle canzoni , gli anni raccontati dalle fotografie e il momento della realizzazione dell’opera. Gli aloni grigiastri che campeggiano sui disegni collegano i lavori al mondo dell’infanzia, periodo in cui disegnare impiastricciando il foglio è una buona abitudine creativa. La mostra si compone anche di lavori su tela che vedono Molinaro stendere colori piatti e brillanti, in una totale assenza di sfumatura, la cromia è cruenta, potente, dosata in modo uniforme a sembrare un colore prodotto da una stampante digitale. I protagonisti delle tele sono oggetti appartenuti ai protagonisti dei disegni su carta, un filo conduttore che lega tutte le opere in mostra confluendo nell’installazione realizzata al centro dello spazio espositivo. Nell’installazione, Dario Molinaro riproduce fedelmente il proprio studio, in una “rievocazione storica” dei propri trascorsi di vita che hanno visto nella produzione artistica una costante indelebile fino ai giorni nostri. Nell’istallazione regna sovrana la postazione da lavoro dell’artista che lo stesso ha customizzato nel corso degli anni fino a renderla un atipico graffito solido. La ricerca del dettaglio è talmente spasmodica che tra i “cimeli” del proprio studio l’artista propone alcune foto degli ambienti che compongono i suoi spazi di lavoro. Gli scatti sono sfuggenti, caratterizzati da traiettorie visive oblique, messe a fuoco apparentemente ballerine ma rievocative degli aloni “polverize” presenti sui disegni grafite su carta. Le foto accompagnano la visione dell’installazione e la arricchiscono di significato senza determinarlo. Con questa mostra personale, Dario Molinaro invita il pubblico ad addentrarsi nel suo studio, in un viaggio volto a scoprire quello “spazio vitale” insito dentro ognuno di noi, dove si annidano i ricordi e si decide su cosa portare con sé e su cosa lasciarsi alle spalle, uno spazio dove riflettere ed essere in pace con se stessi seppur tra mille avversità e tormenti.
Dario Molinaro, nasce a Foggia il 12 gennaio 1985 è Laureato in Decorazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Vive e lavora a Foggia. La grande forza dei lavori di Molinaro risiede nel colloquio muto tra l’artista e i suoi schemi compositivi che riporta fedelmente nei disegni i quali risultano rigorosi e al tempo stesso sregolati. Illustrare per Molinaro significa ragionare poeticamente con le proprie simbologie e i propri credo al fine di mostrare un simbolo graffiante, un’icona strafottente nei confronti del conformismo fondamentalista dei nostri tempi.
giovedì 17 settembre 2009
Segnaliamo: Giuseppe Restano - Passeggiata Adriatica
Galleria Marconi e White Project
presentano
Giuseppe Restano
in
Passeggiata Adriatica
cura
Renato Bianchini
testo
Francesca Baboni
L’inaugurazione si terrà domenica 20 Settembre alle ore 18.00
La mostra termina il 18 Ottobre
Domenica 20 settembre alle 18.00 la Galleria Marconi di Cupra Marittima propone il primo appuntamento della rassegna Non lo so e non lo voglio sapere. Ad inaugurare il ciclo di mostre nella stagione 2009 2010 è Passeggiata Adriatica, personale di Giuseppe Restano organizzata in collaborazione con la galleria White Project di Pescara.. La Mostra è a cura di Renato Bianchini e si avvale del testo critico di Francesca Baboni.
“Giuseppe Restano racconta il suo mare. E lo fa con quella sua tecnica peculiare e raffinatissima che lo avvicina ad una visione pop per l'iconografia quotidiana prescelta ed al contempo ad una figurazione iperrealista di nicchia che si riallaccia ad una tradizione pittorica di altissimo livello.
Pochi elementi selezionati per delineare il suo personale e rarefatto paesaggio marino, tracce visive e linee geometriche che s'incontrano, si scompongono e ricompongono a formare pezzi di canoe, rilievi dei tetti delle cabine viste di scorcio, gambe al sole. Particolari che assumono, nella rappresentazione di sapore quasi metafisico, che non presenta una chiara focalizzazione, un significato universale ed archetipico”. (Francesca Baboni)
Non lo so e non lo voglio sapere non è solo una risposta, è anche una provocazione, un atteggiamento e in fondo una forma di agnosticismo, che nel caso dell’arte potremmo definire culturale. È un modo per affrontare i grandi quesiti dell’umanità: da dove veniamo? Dove andiamo? Perché il dolore? Perché le patate al forno sono sempre troppo poche?
Una risposta spesso comoda, a volte sconvolgente, che esprime una volontà di ignoranza che è molto lontana dall’affermazione socratica che il vero saggio è colui che sa di non sapere. Non c’è nessuna tensione alla conoscenza, nessuna curiosità, solo distacco e indifferenza.
Spesso davanti a una proposta di tipo artistico questa frase arriva e fa un po’ male. Chi la adotta può sembrare un po’ fuori dal tempo, ma in verità spesso appartiene a una maggioranza, nemmeno troppo silenziosa.
Sarebbe legittimo adesso rispondere alla domanda: perché intitolare in questa maniera una rassegna di mostre?
La risposta in fondo è già nel titolo
mercoledì 9 settembre 2009
Segnaliamo - "hEART(h) 2nd Edition" - Palazzolo Dello Stella (UD)
Centro culturale Art Port
Via del Traghetto, 3
33056 Palazzolo dello Stella (UD)
Presenta:
hEART(h) 2nd edition
Mostra collettiva a cura di Maba, Pierpaolo Febbo e Giampiero Promutico
dal 12 Settembre al 4 Ottobre 2009
Happening di pittura dal vivo della durata di tre giorni, dall'8 settembre fino alla data dell'inaugurazione. Inoltre ci sarà spazio per opere di fotografia video ed installazione, oltre ad una sezione dedicata ai piccoli formati con presenze nazionali ed internazionali. Jackeyed, The Sleeping tree e Rotorvator suoneranno il giorno d'apertura.
Aperto tutti i giorni dalle 17:00 alle 20:00
Ingresso libero
Inaugurazione: 12 Settembre 2009 ore 18,00
Tel. +39 0431 58 344
www.art-port.org
info@art-port.org
Espongono:
108, Anita, Tellas, Pioggia di Bastoni, pOna, Elkstar, Teresa Frausin, Lara Trevisan, 2dipikkeproject, Marco Boaro, Silvia Lepore, Sandro Pellarin, Emanuele Kabu, Maba, 2dipikke e Wooden Head, Ango the meek dead, Agnese Guido, Andrea Moriero, Andrew Smaldone, Angelo Di Dedda, Brooke Inman, Cosimo Piediscalzi, Cristina Urban, Daniele Giunta, Dario Molinaro, Eleonora Marton, Federico Lupo, Frédérique Ulman, Gola, Jacopo Casadei, Johannes Hoie, Laura Giardino, Leah Beeferman, Luca Zedone Nespolon, Marina Rees, Massimo Gurnari, Mauro Suspectra, Michael Rotondi, Paolo De Biasi, Patrick Gildersleeves, Philip Jaan, Pia Melissa Laroche, Pierpaolo Febbo, Rame, ryTs Monet, Simone El Rana, Simone Masetto Maghe, Tone, Ueia Lolta, Vanni Cuoghi, Viola
“hEART(h) 2nd edition”
Per il secondo anno consecutivo il Centro di Aggregazione Artistico culturale
Art Port (presso la Casa del Marinaretto) a Palazzolo dello Stella (UD) ospiterà
hEART(h), un happening di pittura dal vivo delle durata di tre giorni. Dall'
8 settembre fino al 12 (giorno dell'inaugurazione della mostra che rimarrà
aperta fino al 4 ottobre) si potrà assistere alla realizzazione delle opere
degli artisti 108, Anita, Tellas, Pioggia di bastoni, Sara Tonin e pOna.
A differenza della precedente edizione, quest'anno hEART(h) si volge anche
a nuovi orizzonti oltre a quello pittorico, quali la fotografia con i lavori di
Elkstar, Teresa Frausin, Lara Trevisan e 2dipikke project, le videoproiezioni
curate da Marco Boaro, Silvia Lepore, Sandro Pellarin e Emanuele Kabu e
perfomance di vario genere. Nel corso dell'inaugurazione, in programma il 12
settembre alle ore 18, verranno eseguite le istallazioni “foresta di carbone”
di mABA degli alberi e “Wicker Man immortale “di 2dipikke e Wooden Head e sarà
possibile assistere ai concerti dei The sleeping tree, dei Rotorvator e dei
Jackeyed.
Una manifestazione che dunque si apre a 360° gradi sulle più differenti
espressioni artistiche e che in questa edizione avrà un respiro
internazionale. Verranno infatti esposte le opere inviate al Centro di
Aggregazione Artistico culturale Art Port dai seguenti artisti: Ango the meek
dead (ger), Agnese Guido (ita), Andrea Moriero (ita), Andrew Smaldone (ita),
Angelo di Dedda (ita), Brooke Inman (usa), Cosimo Piediscalzi (ita), Cristina
Urban (ita), Daniele Giunta (ita), Dario Molinaro (ita), Eleonora Marton (ita),
Emanuele Kabu (ita), Federico Lupo (ita), Frédérique Ulman (can), Gola (ita),
Jacopo Casadei (ita), Johannes Hoie (nor), Laura Giardino (ita), Leah Beeferman
(usa), Luca Zedone Nespolon (ita), Marina Rees (uk), Massimo Gurnari (ita),
Mauro Suspectra (ita), Michael Rotondi (ita), Paolo de Biasi (ita), Patrick
Gildersleeves (uk), Philip Jaan (ola), Pia-Mélissa Laroche (fra), Pierpaolo
Febbo (ita), Rame (ita), ryTs monet (ita), Simone el rana (ita), Simone Masetto
Maghe (ita), Tellas (ita), Tone (ita), Ueia Lolta (ita), Vanni Cuoghi (ita)
Viola (ita).
Etichette:
mostra,
segnalazione
mercoledì 2 settembre 2009
martedì 18 agosto 2009
"Warning!" a cura di Annalisa Mentana
Comune di Pietramontecorvino
Associazione culturale-musicale Terravecchia in Folk
inpArte ArteContemporanea
Presentano
Warning!
Mostra collettiva di Arte contemporanea
a cura di Annalisa Mentana
Espongono:
Dario Molinaro, Jonathan Pappolla, Raffaele Siniscalco
La mostra si terrà presso il
Palazzo Ducale,
Borgo medievale di Pietramontecorvino, 71038 (Fg)
Dal 28 al 30 agosto 2009 nell’ambito della manifestazione culturale-musicale “Terravecchia in Folk 2009”
La mostra sarà visitabile durante tutti i giorni della manifestazione dalle h. 19.00 alle 24.00.
INGRESSO LIBERO
INFO: Terravecchia in Folk: www.myspace.com/terravecchiainfolk
Mail: terravecchiainfolk2@libero.it
Annalisa Mentana: annalisa.mentana@hotmail.it
Tel: 3288611056
inpArte ArteContemporanea: inparteartecontemporanea@yahoo.it
Warning!
Warning! Achtung! Attenzione lavori in corso!
La città contemporanea è un cantiere in continuo allestimento: il ventre della metropoli viene svuotato e riempito di cemento, attraversato da treni, gli edifici non più funzionali finiscono con l’essere ben presto demoliti mentre gli scheletri di ferro dei palazzi in costruzione dominano il paesaggio delle periferie.
Lavori continuamente in corso, che sembra non debbano avere mai fine, perché per ogni cantiere che chiude ce ne sono altri due pronti ad essere aperti, proprio lì accanto.
E così l’immagine brulicante e continuamente in fieri di una metropoli diventa metafora del processo creativo, della ricerca della Forma e della sua continua metamorfosi ed evoluzione.
Spesso lacerante e problematico, in altri casi giocoso e spensierato, il processo che dovrebbe portare alla conquista del tanto agognato “Stile” e della dimensione espressiva più congeniale non conduce ad un approdo definitivo.
Come una città che punta ad ampliarsi nei quartieri moderni ma al contempo a preservare il suo cuore antico, anche l’artista scava tra reminescenze e suggestioni, si fa “poeta”, “colui che crea”, ma anche demolitore di luoghi comuni e portatore di rivoluzioni.
Difficile dunque trovare un equilibrio tra forze centrifughe: è un cammino che dura anche una vita intera, un cantiere sempre aperto.
Spesso lungo questo cammino, che pur bisogna percorrere da soli, si incontrano compagni di viaggio, si condividono paesaggi e mete. Questa mostra ci accompagna lungo le strade percorse da Dario Molinaro, Jonathan Pappolla e Raffaele Siniscalco: tre percorsi paralleli che prendono il via, per tutti e tre, nel 1985 e che, in barba alla geometria tradizionale, sono destinati ad intersecarsi.
Eclettica la scelta dei soggetti operata da Dario Molinaro, artista onnivoro per il quale mondi reali e mondi immaginari sono ugualmente degni di essere rappresentati, spesso sovrapposti. Non ci sono limiti per questa irriverente ricerca che scardina dall’interno l’immaginario dell’uomo medio, un mondo fatto di cartoon e belle donne, di pubblicità e favole ascoltate da piccoli. La parola, con tutto il suo bagaglio evocativo, spesso enigmatico, accompagna costantemente l’immagine e genera effetti stranianti, paradossali.
Jonathan Pappolla apre le porte ad una dimensione distorta ed allucinata: la figura femminile, tradizionalmente emblema del Bello artistico, subisce un processo di trasfigurazione assumendo tratti di mostruosità, mentre il mostro per eccellenza, il drago, e “l’altro”, l’alieno, vengono immortalati in atteggiamenti e gesti tipicamente umani. La scelta di cromie acide ed innaturali – che non si trovano in natura – ci scaraventa, nostro malgrado, in una inquietante dimensione surreale.
La mostra propone una breve escursione attraverso i paesaggi poetici tracciati da Raffaele Siniscalco: dimensioni oniriche e metafisiche, immagini dominate dal colore o perse nella soluzione del bianco/nero, mondi in cui rifugiarsi o dai quali rifuggire, strade lungo le quali incontrare gli strambi personaggi usciti dalla mente dell’artista e, se si guarda bene, l’artista stesso.
Annalisa Mentana
Courtesy Galleria Marconi
segnaliamo
Courtesy Galleria Marconi
con
Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè, Peter De Boer, Francesca Gentili,
Maicol e Mirco, Fabio Mantovani, Sabrina Muzi, Niba,
Marco Scozzaro, Rita Soccio, Rita Vitali Rosati
testi e cura
Dario Ciferri
Inaugurazione 30 Agosto alle ore 18.00
Domenica 30 agosto alle 18.00 a Monteprandone nelle sale di Palazzo Parissi si inaugura la collettiva di arte contemporanea Courtesy Galleria Marconi. La mostra, a cura di Dario Ciferri, è organizzata dal Comune di Monteprandone in collaborazione con l’Associazione Culturale Officina S. Giacomo C.A.V. e la Galleria Marconi di Cupra Marittima, e il coordinamento di Nazareno Luciani.
Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè, Peter De Boer, Francesca Gentili, Maicol e Mirco, Fabio Mantovani, Sabrina Muzi, Niba, Marco Scozzaro, Rita Soccio e Rita Vitali Rosati sono gli artisti che espongono i propri lavori nello storico palazzo monteprandonese.
“Portare l’arte contemporanea in un palazzo storico di un borgo medievale immerso tra le colline, ma con un occhio aperto verso il mare Adriatico, è la possibilità offerta dall’organizzare una mostra a Monteprandone. La cittadina marchigiana da sempre è attenta all’arte contemporanea, anche grazie all’azione continua dell’Associazione Culturale Officina S. Giacomo C.A.V. e del suo coordinatore Nazareno Luciani. Palazzo Parissi è stato un esempio splendido di questo incontro.
‘Courtesy Galleria Marconi’ si pone in questa tradizione, ovvero portare a Palazzo Parissi l’arte contemporanea presentando uno spaccato dell’attività culturale della Galleria Marconi di Cupra Marittima, allestendo una collettiva con gli artisti che intorno ad essa ruotano, collaborando a farne crescere il progetto culturale. Una sfida interessante, proposta molte volte ma sempre affascinante, perché far convivere un edificio storico con opere contemporanee pone sempre la ricerca di un equilibrio. La collettiva è una nuova tappa di “Sfiorando l’orizzonte. Tra le suggestioni dell’arte e gli incanti del paesaggio”, la rassegna di arte contemporanea che dal 2006 invita alla sosta e all’osservazione, a riflettere sulle possibilità di incontro di arte e paesaggio. […]
Courtesy Galleria Marconi è l’occasione per vedere le opere di alcuni degli artisti più interessanti del panorama nazionale, per gettare anche uno sguardo verso quello internazionale e per dare vita a collaborazioni che nascono da progetti di qualità in sintonia con la ricerca culturale della Galleria Marconi”. (Dario Ciferri)
La mostra può essere visitata dal 30 agosto al 27 settembre dalle 17.00 alle 20.00
Scheda tecnica
Titolo: Courtesy Galleria Marconi
Curatore: Dario Ciferri
Artisti: Marco Bernacchia, Roberto Cicchinè, Peter De Boer, Francesca Gentili, Maicol e Mirco, Fabio Mantovani, Sabrina Muzi, Niba, Marco Scozzaro, Rita Soccio, Rita Vitali Rosati
Testo: Dario Ciferri
Dal 30 agosto al 27 settembre
Orario: tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00
Palazzo Parissi
Vicolo della Dama
Monteprandone (AP)
Tel 0735 62545
Info
Galleria Marconi
c.so Vittorio Emanuele, 70
Cupra Marittima (AP)
0735 778703
www.siscom.it/marconi - galmarconi@siscom.it
giovedì 13 agosto 2009
Flavio Romualdo Garofano - Solo show
Segnaliamo la mostra - Flavio Romualdo Garofano@Cantinando Wine&Art 2009
Associazione Culturale Sisma
Presenta
Flavio Romualdo Garofano@Cantinando Wine&Art 2009
Mostra personale a cura di Gerardo Di Feo
Espone:
Flavio Romualdo Garofano
La mostra si terrà presso:
PARCO URBANO DELLE CANTINE
Viale delle Cantine
85022 Barile (Pz)
Dal 13 Agosto al 15 Agosto 2009
INAUGURAZIONE: 13 Agosto ore 18:00
Orari di apertura: dalle 01:00 alle 24:00
INGRESSO LIBERO
Brochure da consultare in mostra
http://www.myspace.com/flavioromualdo
http://www.flickr.com/photos/flavioromualdo/
http://www.myspace.com/gerardodifeo
http://www.myspace.com/associazionesisma
Flavio Romualdo Garofano@Cantinando Wine&Art 2009
Flavio Romualdo Garofano, nasce a Castelvenere in provincia di Benevento nel 1981, attore, regista e fotografo per Cantinando Wine and Art propone una selezione di opere fotografiche che affrontano temi relativi all’evanescenza e alle presenze-assenze del genere umano. L’artista propone due serie di opere: la prima presenta immagini di uomini e donne riflessi su grosse vetrate pubbliche in un mescolarsi di volti, pensieri e speranze. Le opere mostrano istanti di quotidiana transitorietà, piccoli spunti narrativi per intrecci iconografici da decodificare. La realtà che Garofano blocca in foto non è intesa soltanto come fenomenologia di eventi ottici ma come manifestazione di accadimenti prima psichici poi fisici.
La seconda serie di opere, invece, ha come protagoniste delle sedie immortalate in diversi contesti scenici, le troviamo addossate ad un muro fiere nella loro diversità, oppure troviamo una sedia da sala in un esterno abitativo accostata ad un tronco d’albero simbolo di due mondi antitetici che coesistono.
In mostra l’artista propone anche alcune opere dove il viso umano diventa espressione di un sentimento o di un pensiero che abilmente è riuscito a bloccare grazie alla presa fotografica.
Il bianco e nero è il mezzo privilegiato dall’artista che usa il colore con parsimonia solo quando questo deve manifestarsi come un forte emblema estetico.
Le opere in mostra rappresentano un elegante estratto dal ricco corpus compositivo di Garofano che in fotografia si avvale quotidianamente di idee e spunti creativi mutuati dal mondo del teatro che pudicamente possono essere rintracciati in ogni scatto.
Gerardo di Feo
martedì 4 agosto 2009
sabato 18 luglio 2009
"I hope I die before I get old" 17 Luglio 2009 - Vernissage
domenica 12 luglio 2009
Recensione della mostra "I hope I die before I get old" su Viveur Magazine
Una mostra celebra l’estetica rock con le opere di sei artisti under 30.
LUCERA Oggi sembrerebbero scontate, ma immaginate che effetto dovevano fare nel 1965 le parole della canzone My Generation degli Who: “I hope I die before I get old”, spero di morire prima di diventare vecchio. C’era tutta la rabbia della contestazione giovanile, la morte non faceva paura, il rock celebrava le sue icone che si spegnevano con le proprie mani pur di consegnarsi alla leggenda eternamente giovani, eternamente forti.
Oggi, I hope I die before I get old è il titolo di una mostra collettiva di arte contemporanea ospitata dalla Masseria Sant’Agapito (contrada Santa Caterina di Ripatetta, in località San Giusto, sulla strada provinciale per Vaccarella, nei pressi di Lucera). La curatrice della mostra Annalisa Mentana ha invitato sei artisti, tutti rigorosamente under 30, per “un inno alla morte non fine a se stesso, ma piuttosto con il desiderio di esorcizzarla e deriderla, la volontà di buttarsi a capofitto nella vita, anche a costo di bruciarla in un’unica fiammata”.
Hanno risposto all’invito sei creativi di casa nostra.
Pierpaolo Febbo “intervista” suicidi eccellenti come Nick Drake, Elliott Smith e Dennes Boon dei Minutemen e permette loro di descrivere il modo in cui sono passati dalla vita alla morte. Laura Lamoratta cita gli autoscatti adolescenziali, Dario Molinaro riflette sulla condizione di bambini divenuti ormai grandi senza aver assaporato nemmeno per un istante l’infanzia. Elbluo, nickname di Giacomo Bagnara, rappresenta soggetti dalle bocche serrate: i più attenti sapranno riconoscere le stelle più luminose del rock. Cosimo Piediscalzi riesce a dire qualcosa di nuovo sul tema dell’autoritratto, mentre Raffaele Siniscalco isola i primi versi della canzone degli Who per mettere in contrasto rosso e nero, il “noi” e il “loro”.
La mostra verrà inaugurata alle 19.00 di venerdì 17 luglio e resterà aperta fino al 6 settembre, e potrà essere visitata tutti i giorni, dalle 17.00 alle 23.00. L’ingresso è libero. Proprio come il rock.
i: www.masseriasantagapito.it
venerdì 10 luglio 2009
"I hope I die before I get old" mostra collettiva a cura di Annalisa Mentana
Masseria Sant’Agapito
inpArte ArteContemporanea
Presentano
I hope I die before I get old
Mostra collettiva di Arte contemporanea
A cura di Annalisa Mentana
Presentazione di Gerardo Di Feo
Espongono:
Elbluo, Pierpaolo Febbo, Laura Lamoratta, Dario Molinaro, Cosimo Piediscalzi, Raffaele Siniscalco
La mostra si terrà presso:
Masseria Sant’Agapito
C.da Santa Caterina di Ripatetta – San Giusto
Strada provinciale per Vaccarella n. 117
71036, Lucera (FG)
Dal 17 luglio al 6 settembre 2009.
INAUGURAZIONE: Venerdì 17 luglio h. 19.00
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 17.00 alle 23.00.
INGRESSO LIBERO.
INFO: Masseria Sant’Agapito: Tel. 0881/547827 mail: info@masseriasantagapito.it
Annalisa Mentana: Tel. 328/8611056 mail. annalisa.mentana@hotmail.it
www.masseriasantagapito.it
inparte.expo@gmail.com
inparteartecontemporanea@yahoo.it
I hope I die before I get old
Parliamo della mia generazione, quella di chi è nato negli anni ‘80: gli ultimi ad aver visto in piedi il Muro di Berlino e probabilmente anche gli ultimi ad aver costruito “muri” con il lego colorato.
A ben vedere, tuttavia, la tendenza ad una sorta di “auto-analisi generazionale” non è cosa nuova se nel 1965 i The Who pubblicavano il loro singolo più famoso: “My generation”, appunto.
Il chitarrista di quella mitica band, Pete Townshend, alla fine degli anni ‘50 frequentava a Londra la Ealing Art School: vi insegnava un certo Gustav Metzger, che nel ‘59 pubblicava il “Primo Manifesto dell’Arte autodistruttiva”.
Tra le varie affermazioni contenute in quel Manifesto una in particolare avrebbe affascinato il giovane Townshend, quella secondo la quale l’opera d’arte avrebbe dovuto avere un’esistenza brevissima, dai pochi attimi al massimo di una ventina d’anni: un’esistenza al termine della quale l’opera sarebbe dovuta essere rimossa dal suo spazio e gettata tra i rottami.
Proprio uno dei versi di “My generation” dice “I hope I die before I get old”, “spero di morire prima di poter diventare vecchio”, come a voler sintetizzare un vecchio principio dell’estetica decadente, “la vita come opera d’Arte” e l’affermazione di Metzger sulla durata di essa.
In sostanza: facciamo della vita un’opera d’Arte, ma sapendo che “il Bello” è anche per antonomasia effimero, volatile, veloce come un riff di chitarra.
Non dunque un inno alla morte fine a sé stesso, ma piuttosto il desiderio di esorcizzarla e deriderla, la volontà di buttarsi a capofitto nella vita, anche a costo di bruciarla in un’unica fiammata.
Ho così invitato sei giovani, tutti under 30, a confrontarsi con questa suggestione, sapendo che essa sarebbe stata ampiamente accolta e condivisa.
La mia generazione non vuole scherzare con la vita, ma scherzare della vita, volgerle uno sguardo disincantato e disinibito, ed in questo modo raccontarsi (Talkin’ about...).
E all’abbrutimento dilagante questi ragazzi hanno voluto replicare in maniera chiara e forte con la loro arte spesso nervosa, veloce, a tinte forti, punk.
All’assenza di contenuto così paventata nella/dalla comunicazione contemporanea hanno voluto rispondere aggiungendo spesso parole alle immagini, a voler invece ribadire una sovrabbondanza di quel contenuto, che “l’immagine” non è tutto, come si dice, ma che di essa e del culto che se ne fa, ci si può prendere gioco.
Una ventina d’anni al massimo sarebbe dovuta durare un’opera d’arte secondo Metzger: questa la “durata” anagrafica degli artisti in mostra che si sottopongono al vostro sguardo.
Qui di seguito una breve presentazione degli artisti in mostra.
Mute e serrate per sempre le bocche dei sei personaggi proposti da Elbluo (al secolo Giacomo Bagnara) e definitivamente chiuso lo sguardo al mondo di chi forse ha già visto troppo. Dietro l’apparenza di donne e uomini comuni l’artista nasconde alcune delle più controverse icone rock: ci vengono qui restituite in una nuova dimensione quasi pirandelliana, quella di chi deliberatamente decide di sottrarsi ad un’esistenza – la propria - non più sostenibile, di rinunciare al mito di sé e così riconsegnarsi alla vita con una nuova “non-identità.
Si dice che il rock sia la musica del demonio, mentre Dante ci assicura che i suicidi vadano all’inferno. Pierpaolo Febbo smentisce tutto ciò. Nei suoi ritratti Nick Drake, Elliot Smith e Dennes Boon dei Minutemen prendono direttamente la parola e raccontano la verità su sé stessi e su come si siano congedati dalla vita. Quelle parole restano tuttavia impronunciabili, la comunicazione irrimediabilmente interrotta, le verità per sempre nascoste. All’artista non resta altro che spalancare fiduciosamente loro le porte del paradiso.
Come autoscatti presi da un adolescente davanti allo specchio della propria cameretta o del bagno della scuola i disegni di Laura Lamoratta fissano gesti minimi di vanità femminile e rabbia; ciò che comunemente è percepito come umiliazione e sconfitta qui diventa quasi motivo di orgoglio, degno di essere immortalato.
Dario Molinaro volge il suo sguardo impietoso e sarcastico ad una società il cui tradizionale assetto è percepito come ribaltato: bambini cresciuti troppo presto e che rimpiangono un’infanzia mai vissuta e adulti mai realmente diventati maturi. Tra i due estremi si colloca il magma informe dei “non più bambini ma non ancora grandi”: privi di punti di riferimento, condannati a sbandare tra falsi miti e percezioni distorte del reale.
Approfondisce il tema dell’autoritratto Cosimo Piediscalzi, restituendoci un’immagine di sé sfuggente e scomposta, tutt’altro che pacificata. Il colore viola, col suo bagaglio evocativo, domina nei sei lavori in mostra e fa da sottofondo ad un irriverente gioco di morti presunte ed annunciate.
Raffaele Siniscalco interpreta il tema della mostra dedicando i lavori esposti ai primi versi di “My generation”, il celebre brano degli The Who. La netta contrapposizione tra il rosso ed il nero segna il confine tra un “noi” ed un “loro”, diventa metafora di due generazioni che si puntano vicendevolmente il dito contro eludendo il confronto dialettico, che si condannano a morte ancor prima di celebrare il processo.
Ed ora...why don’t you all f-fade away?? Annalisa Mentana
lunedì 29 giugno 2009
Recensione di Domenico De Felice su Viveur Magazine
Déjà vu
di Domenico De Felice
Questo viso non mi è nuovo!?!, la collettiva fatta di facce e volti da punto esclamativo.
MANFREDONIA La chimica relazionale e la vista spiegano la parte nascosta dei rapporti sociali. Quella parte nascosta delle relazioni che i creduloni definiscono destino. Nient’altro che balle!
Otto secondi a naso e occhi per suggerire al cervello un innamoramento, molto meno per capire se chi abbiamo di fronte ci sarà antipatico. In quest’ultimo caso, pare che la memoria visiva insegua le parti oleografiche dei ricordi per ricostruire, tramite i volti che già conosciamo, un’associazione tra fisionomia e sensazioni che poi ti porta a esclamare, relativamente poco pieno di meraviglia, il tanto conosciuto e ripetitivo “Questo viso non mi è nuovo!?!” che ora è pure il titolo di una mostra. Si tratta di una collettiva che sarà inaugurata sabato 27 giugno alle 20.00 in quel di Manfredonia, a Palazzo Celestini (al 22 di Corso Manfredi per i meno provetti in orienteering). Curata da Gerardo Di Feo e aperta fino al prossimo 12 luglio (dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 13.00, sabato e domenica solo su prenotazione), la mostra si fonda proprio sulla potenza che alcuni volti riescono a esercitare sui nostri sensi. Espongono una selezione accurata delle proprie opere Luca Bidoli, Luca Carnevale, Luigi Loquarto, Dario Molinaro e Carmelo Nicotra. Cinque volti cinque, con stili tutti differenti ed estremamente energici. Luca Bidoli (Gorizia, 1967), padre di progetti grafici per Piaggio, Gilera, Aprilia, Barilla e Benetton, usa cromatismi prepotenti per mettere in risalto le linee affilate dei suoi levrieri.
Luca Carnevale (Napoli, 1973) si diverte con le immagini passando, all’interno della stessa tela, dalla cattura quasi fotografica dei suoi soggetti alla loro asciutta rielaborazione. Luigi Loquarto (Trani, 1982), aka Losmilzo, ha grovigli di linee per definire i volti e colori che diventano caratterizzazione emozionale dei suoi personaggi “che sembrano a prima vista usciti da una candeggio sbagliato”. Dario Molinaro (Foggia, 1982) fissa i suoi ritratti a china in un andirivieni di occhiatacce e risate quasi sguaiate. Carmelo Nicotra (Agrigento, 1983) inanella una serie di portaritratti ai limiti della ridicolizzazione, esagerando atteggiamenti, smorfie e travestimenti distinguibili ma non per questo unici. Cinque nomi, insomma, per enuple di facce da non perdere. Decisamente.
giovedì 25 giugno 2009
"Questo viso non mi è nuovo!?!" Palazzo dei Celestini - Manfredonia (FG)
27 Giugno - 12 Luglio 2009
Palazzo dei Celestini, Corso Manfredi 22; Mafredonia (FG)
info: inparteartecontemporanea@yahoo.it
sabato 20 giugno 2009
giovedì 18 giugno 2009
"Questo viso non mi è nuovo!?!" a cura di Gerardo Di Feo
inpArte Arte Contemporanea, presenta la mostra:
"Questo viso non mi è nuovo!?!"
mostra collettiva a cura di Gerardo Di Feo
espongono:
Luca Bidoli, Luca Carnevale, Luigi Loquarto, Dario Molinaro, Carmelo Nicotra
La mostra si terrà presso Palazzo dei Celestini, Corso Manfredi 22 - Manfredonia (FG)
Dal 27 Giugno al 12 Luglio 2009
inaugurazione sabato 27 Giugno ore 20,00
Quante volte guardando un passante ci siamo soffermati sul suo viso pensando di averlo già visto prima?
Quante volte percepiamo come familiare una figura umana ed altre le sentiamo incomprensibili alla vista? È davvero una questione di parentele e di chimica o entriamo nell’ottica dei messaggi non verbali da decodificare?
Un viso non ci parla solo ed esclusivamente degli attributi fisici di un essere vivente ma anche delle scelte di vita che questo ha portato avanti nel corso degli anni e che hanno modificato anche il mondo in cui è inserito.
Partendo da queste premesse, i cinque artisti invitati in mostra propongono delle opere estratte dalla propria ricca produzione artistica che intersecano, con il tema del potere comunicativo del viso e della figura umana, appunti di narrazione.
Luca Bidoli, artista e grafico veneto classe 1967, usa il potere del viso e del corpo di cani ascetici come simbolo di una difficile e macchinosa teorizzazione e legittimazione da parte dell’uomo del proprio dominio sulla natura.
Luca Carnevale artista partenopeo classe 1973, usa le espressioni del volto come istantanee di un sentimento. Il tratto da fumettista, che ha ceduto al fascino della pittura, dona alle immagini prodotte da Carnevale un tocco divertito e irriverente sulla mostra quotidiana comunicazione verbale e gestuale.
Luigi Loquarto alias Losmilzo, artista tranese classe 1982, propone visi liquefatti irradiati dal colore che diventano umidi. Il colore di un volto è potenza comunicativa, il tratto aggrottato invece è un alfabeto incomprensibile che il singolo costruisce per nascondere tratti della nostra personalità che il viso però molto spesso rivela.
Dario Molinaro, artista foggiano classe 1985, propone personaggi sfrontati immobili in pose fotografiche rese con l’inchiostro a china. Dive della notte che al mattino si risvegliano caste e pure dopo aver mostrato una maschera trendy e impertinente. Visi di uomini persi nelle proprie esistenze che giocano nel limbo del machismo rappresentato da supereroi robotizzati mutuati dalle anime giapponesi degli anni ‘80 e ’90.
Carmelo Nicotra, artista agrigentino classe 1983, propone serie di visi-icone di un mondo altro. I visi di Nicotra irridono il perbenismo borghese che trasuda da un taglio dei capelli semplice o da una acconciatura ordinata e lineare. I soggetti ritratti sono magri, con sguardi vaganti verso un punto fisso rappresentato dal vero Io che celano costantemente per omologarsi in un mondo di omologati.
Gerardo Di Feo
Iscriviti a:
Post (Atom)