martedì 3 novembre 2009
Segnaliamo: Dario Molinaro - In my studio - solo show @ Magazzini Pescatore ArteContemporanea
Dario Molinaro
In my studio
Mostra personale a cura di Mimmo Parente e Gerardo Di Feo
Dal 7 Novembre al 5 Dicembre 2009
Magazzini Pescatore artecontemporanea
Via San Pasquale, 36
82100 Benevento
Tel. 082421864
www.magazzinipescatore.it
info@magazzinipescatore.it
Aperto tutti i giorni tranne la Domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20
Vernissage: Sabato 7 Novembre 2009 ore 18,00
IN MY STUDIO
di Gerardo Di Feo
La mostra personale “In my studio” propone una selezione di opere dell’artista Dario Molinaro, artista pugliese, che si esprime principalmente attraverso lavori su carta e su tela e per la prima volta nella sua carriera attraverso l’installazione site specific. La mostra nasce da una ricerca “archivistica” dell’artista che ripercorre la propria infanzia e adolescenza attraverso l’interpretazione e rielaborazione grafica di vecchie fotografie che gelosamente erano conservate in cassetti e scaffali della casa paterna. Le foto non sono posate, sono le classiche foto che tutti noi rovistando nelle nostre abitazioni ritroviamo in vecchi album e bauletti, foto scattate durante feste di compleanno, feste di carnevale, serate in famiglia, scatti gioiosi con gli amici più cari. Un recupero del passato che non si limita ad un tributo iconografico dedicato ai momenti topici del proprio vissuto, ma si arricchisce di una trama interpretativa dal gusto consapevolmente graffiante attraverso la trasposizione nelle opere di stralci tratti da brani musicali che hanno fatto epoca e rappresentano tutt’ora una reliquia sonora ed emozionale per Molinaro. Nel processo creativo dell’artista l’elaborazione grafica riveste un ruolo cognitivo talmente trasversale da riuscire ad abbracciare diverse branche sensoriali. Adattare un testo musicale ad un disegno è un procedimento percettivo che necessita di un rigore compositivo alto che Molinaro dimostra di mantenere costante nella produzione di questa serie di opere. Il “modus operandi” dell’artista d’altronde risulta accompagnata da una vena di sregolatezza che si manifesta come un “allure apotropaica” indelebile. Guardando il corpus di opere presenti in mostra ci si può imbattere in una maestra d’asilo che cerca di portare l’ordine in una classe di bimbi esagitati citando versi rock. L’espediente è decisamente arguto ma ancor più brillante è il tratto dell’artista che sceglie di usare la grafite per la maggiorparte delle opere appartenenti a questa serie. La scelta della sola grafite dona ai lavori un’aria vissuta, datata, il tutto accompagnato dall’effetto “polverize” della mina, che cerca di colmare il gap temporale che intercorre tra la nascita delle canzoni , gli anni raccontati dalle fotografie e il momento della realizzazione dell’opera. Gli aloni grigiastri che campeggiano sui disegni collegano i lavori al mondo dell’infanzia, periodo in cui disegnare impiastricciando il foglio è una buona abitudine creativa. La mostra si compone anche di lavori su tela che vedono Molinaro stendere colori piatti e brillanti, in una totale assenza di sfumatura, la cromia è cruenta, potente, dosata in modo uniforme a sembrare un colore prodotto da una stampante digitale. I protagonisti delle tele sono oggetti appartenuti ai protagonisti dei disegni su carta, un filo conduttore che lega tutte le opere in mostra confluendo nell’installazione realizzata al centro dello spazio espositivo. Nell’installazione, Dario Molinaro riproduce fedelmente il proprio studio, in una “rievocazione storica” dei propri trascorsi di vita che hanno visto nella produzione artistica una costante indelebile fino ai giorni nostri. Nell’istallazione regna sovrana la postazione da lavoro dell’artista che lo stesso ha customizzato nel corso degli anni fino a renderla un atipico graffito solido. La ricerca del dettaglio è talmente spasmodica che tra i “cimeli” del proprio studio l’artista propone alcune foto degli ambienti che compongono i suoi spazi di lavoro. Gli scatti sono sfuggenti, caratterizzati da traiettorie visive oblique, messe a fuoco apparentemente ballerine ma rievocative degli aloni “polverize” presenti sui disegni grafite su carta. Le foto accompagnano la visione dell’installazione e la arricchiscono di significato senza determinarlo. Con questa mostra personale, Dario Molinaro invita il pubblico ad addentrarsi nel suo studio, in un viaggio volto a scoprire quello “spazio vitale” insito dentro ognuno di noi, dove si annidano i ricordi e si decide su cosa portare con sé e su cosa lasciarsi alle spalle, uno spazio dove riflettere ed essere in pace con se stessi seppur tra mille avversità e tormenti.
Dario Molinaro, nasce a Foggia il 12 gennaio 1985 è Laureato in Decorazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Vive e lavora a Foggia. La grande forza dei lavori di Molinaro risiede nel colloquio muto tra l’artista e i suoi schemi compositivi che riporta fedelmente nei disegni i quali risultano rigorosi e al tempo stesso sregolati. Illustrare per Molinaro significa ragionare poeticamente con le proprie simbologie e i propri credo al fine di mostrare un simbolo graffiante, un’icona strafottente nei confronti del conformismo fondamentalista dei nostri tempi.
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